giovedì 12 aprile 2012

AUMENTA LA RIVALITA' NELL'AREA DEL GOLFO TRA IRAN E MONARCHIE SUNNITE

La pressione cresce nell’area del Golfo Persico. In queste ore l’AGI ha pubblicato la notizia dell’incontro tra il Vice Ministero Saudita Abdul Aziz bin Abdullah bin AbulAziz e alcuni leader pakistani. Durante l’incontro il Vice Ministero, secondo indiscrezioni, avrebbe consegnato ai rappresentanti del Pakistan un messaggio personale di Re Abdullah: nel messaggio il sovrano saudita chiederebbe ad Islamabad di abbandonare il proposito di costruire un gasdotto tra Iran e Pakistan. In cambio, sempre secondo la fonte, Riyadh si sarebbe impegnata a garantire al Pakistan il fabbisogno energetico di cui ha necessità.

La tensione è cresciuta anche tra Iran ed Emirati Arabi Uniti. A sorpresa il Presidente iraniano Ahmadinejad ha compiuto una visita nell’isolotto di Abu Musa. Abu Musa, insieme alla Piccola e alla Grande isola di Tunb, è un territorio conteso tra Iran e Emirati Arabi Uniti. Dubai accusa Teheran di aver occupato nel 1970 gli isolotti, dove ci sarebbe anche in pianta stabile una capitaneria iraniana. Il Ministro degli Esteri degli Emirati, Abdullah bin Zayed ha accusato di compiere una “una flagrante violazione della sovranita' degli Eau e dei suoi territori”. In ballo, in questo caso, c’è il controllo dello Stretto di Hormuz e dei suoi traffici petroliferi.

Infine, la Loocked Martin, ha dichiarato di aspettarsi un aumento di introiti, derivanti dalla vendita ai Paesi del Golfo del sistema di difesa antimissile THAAD, un chiaro segno della preoccupazione delle monarche sunnite dell’area per il programma missilistico e nucleare portato avanti dalla Repubblica Islamica dell’Iran.


giovedì 22 marzo 2012

L'IRAN CHIEDE ALL'IRAQ LO SPAZIO AEREO PER SALVARE ASSAD

L’Iran ha fatto del supporto alla Siria un suo pilastro centrale da oltre 30 anni. Com’è noto, la special relationship tra Damasco e Teheran è dettata in primis dalla necessità della Repubblica Islamica di uscire dall’isolamento, di avere uno sbocco verso il Mediterraneo e, soprattutto, di sostenere il Movimento di Hezbollah.

Dopo lo scoppio delle rivolte in Siria, che sinora hanno causato oltre 8000 morti, l’Iran ha avuto un ruolo centrale nel sostenere Assad, sia economicamente sia attraverso miliziani dei Pasdaran e dei Basji impegnati direttamente sul territorio siriano.

Il think tank turco ORSAM ha di recente ha riportato la notizia che l’Iran avrebbe chiesto all’Iraq, durante sette incontri, di poter usare il suo spazio aereo e tutte le possibili linee di comunicazione per rifornire il regime siriano di mezzi, armi e fondi. Il Premier iracheno al-Maliki, da sempre con un piede a Teheran e uno a Washington, ha aperto alla possibilità di concedere le vie di comunicazione irachene pur esprimendo il timore delle conseguenze internazionali. Al-Maliki, però, avrebbe detto agli iraniani che la vera discussione andava aperta con i curdi iracheni, con cui in questi giorni gli iraniani hanno avuto diversi incontri (gli iraniani hanno evidenziato la pericolosità delle tribù arabe al confine tra Iraq e Siria).

Gli iraniani, in particolare, avrebbero chiesto il sostegno curdo alla costruzione della ferrovia tra Iraq e Siria, evidenziando l’aumento del volume di scambio tra i due Paesi che questa determinerebbe. Le autorità curde irachene, però, sembrano reticenti e hanno chiesto agli iraniani di non rifornire di armi la comunità curda in Siria.

Qui sotto, per chi fosse interessato, il pezzo di Çetiner ÇETİN intitolato “Iran Tries To Open A Strategic Channel With Syria”, dal sito dell’ORSAM: